Tavola rotonda con Judith Revel e Sandro Chignola

Sorvegliare e punire. L’eredità di Michel Foucault nella cultura contemporanea

“Laser”, RSI Rete Due (24 marzo 2010). Realizzato da Brigitte Schwarz




Scheda d'ascolto

[00:00-03:31] Lancio della tavola rotonda su Surveiller et punir: intervista con Daniele Lorenzini sull’attualità del pensiero dell’ultimo Foucault e sul progetto “materiali foucaultiani”.

[00:00-02:52] Tavola rotonda. Lettura iniziale: il supplizio di Robert-François Damiens. [02:53-05:39] Presentazione della trasmissione e degli invitati, Judith Revel et Sandro Chignola. [05:40-07:38] Il percorso che ha condotto Foucault dal lavoro sulla follia allo studio della criminalità e della delinquenza: un percorso difficile da ricostruire in modo lineare. Si può dire che Foucault è “passato” da un meccanismo d’inclusione/esclusione netto, a un’analisi che mette l’accento sull’inclusione disciplinare e sulla diffusività sociale del potere. [07:39-08:33] Il ruolo dello studio delle prigioni e dei dispositivi di sorveglianza all’interno dell’opera di Foucault. Ciò che è costante nell’opera di Foucault è il suo sforzo di periodizzazione, la determinazione permanente di un oggetto, così come di una geografia e di una cronologia specifiche. [08:34-10:13] Lettura: nascita del Groupe d’Information sur les Prisons. [10:14-15:06] Il ruolo del G.I.P. nella genesi di Surveiller et punir e nell’intera opera di Foucault. “Secolarizzazione” della filosofia: la filosofia è un’elaborazione “giornalistica” (nel senso di Nietzsche) dell’attualità, e il G.I.P. ha costituito il tratto unificante tra la militanza politica di Foucault e la costruzione della figura di un intellettuale “specifico”. Il G.I.P. è stato la vera svolta per il Foucault degli anni Sessanta: vi si trovano il riconoscimento della singolarità di un rapporto di potere in una situazione data e la comprensione del fatto che non esiste potere senza un soggetto (o dei soggetti) che lotta(no) contro di esso e che gli resiste/ono. [15:07-22:08] Il passaggio, tra il XVII e il XVIII secolo, dalla punizione alla sorveglianza: la formazione di un nuovo esercizio di potere (disciplinare, normativo) e di un’organizzazione differente dello spazio e del tempo sociali. La razionalità politica si trasforma e diviene “economica”, e la prigione è uno dei dispositivi attraverso i quali gli individui sono trasformati e adattati alla nuova razionalità di mercato. [22:09-25:10] Il ruolo innovativo di Foucault nell’analisi dei meccanismi di potere: (1) il potere non è “singolare”, bensì c’è una molteplicità di rapporti di potere; (2) “storicizzazione” di questa molteplicità di rapporti di potere; (3) all’interno di un rapporto di potere, non siamo mai completamente da una parte o dall’altra: siamo sempre e allo stesso tempo oggetti e soggetti del potere. [25:11-26:39] Attualità della riflessione di Foucault: Foucault non deve essere trattato come un “classico” della filosofia. Al contrario, dobbiamo prolungare il suo “atteggiamento” filosofico, considerando la sua opera come una “cassetta degli attrezzi”, come un repertorio di gesti strategici e di strumenti d’analisi che domandano ancora di essere messi in opera nella problematizzazione filosofica della nostra attualità. [26:40-27:47] Conclusione.


Parole chiave: follia, crimine, potere, prigione, attualità, resistenza.


Ringraziamo infinitamente la RSI Rete Due, e in particolare Brigitte Schwarz, che ci ha accordato il permesso di pubblicare questo materiale. Per ascoltare la tavola rotonda “Sorvegliare e punire” direttamente sul sito di RSI Rete Due, cliccate qui. Per ascoltare l’intervista con Daniele Lorenzini, cliccate qui.

 
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