Frédéric Gros

Penser avec Foucault les nouvelles formes de peines et de guerre



Scheda d'ascolto

[00:00-11:10] Dopo la presentazione della giornata di studi da parte di Frédéric Worms, Gros parla della sua esperienza di curatore degli ultimi corsi di Michel Foucault al Collège de France individuandovi un regime di scrittura somigliante più a un prender la parola piuttosto che alla stesura di un libro. [11:11-16:33] Il primo tema enucleato da Gros riguarda la problematizzazione politica dell’obbedienza. Nel XX secolo, più che il totalitarismo in se stesso è l’obbedienza a essere oggetto di scandalo, come attestano le parole pronunciate da Eichmann a Gerusalemme: «Io non sono responsabile, non facevo altro che obbedire». [16:34-23:45] Questa dissociazione tra responsabilità ed obbedienza si inscrive nel quadro della genealogia foucaultiana del soggetto moderno in cui Gros rileva due grandi matrici di soggettivazione. La prima è quella militare: Gros mostra come, in seguito a quella che gli storici chiamano «la rivoluzione militare», i corpi vengono sempre più ordinati secondo un principio di perfetta docilità. Tale matrice di obbedienza dà luogo a un modello politico molto importante per pensare la nascita dello Stato, che può quindi essere considerato non solo dal punto di vista del diritto e dei giuristi, ma anche da quello della “manovra” e del soldato. [23:46-28:10] La seconda matrice, quella religiosa, si caratterizza nell’opera di Foucault per il ruolo che vi svolgono le pratiche cristiane di confessione e di aveu, in cui si tratta di verbalizzare il desiderio per condurre una sorta di ricerca di un’identità intima. Gros spiega che i temi della sessualità, del desiderio e della ricerca di una identità sono al centro di una costituzione della soggettività che prende corpo entro l’orizzonte dell’obbedienza: «è a partire dal momento in cui io cerco chi sono io nella parte più intima di me stesso che io obbedisco più strettamente all’altro». [28:11-33:05] Da qui deriva al contempo sia la grande rilevanza che Foucault attribuisce alla psicologia, sia, d’altra parte, l’importanza della costituzione etica del soggetto greco, nella misura in cui, in questo caso, non si tratta di un soggetto dell’introspezione, ma di un soggetto della padronanza di sé. Tutto ciò non costituisce solo una matrice di soggettivazione, ma implica pure un rapporto politico alternativo, in cui l’obbedienza, in quanto rovescio del comando, è indissociabile da un’assunzione di responsabilità.[33:06-36:30] In seguito, Gros passa a discutere le nuove forme di pena e i cambiamenti avvenuti nell’attuale discorso penale. In primo luogo, negli anni ’70, le questioni della pena ruotavano attorno alla figura del delinquente in quanto prodotto della prigione. In secondo luogo, dinnanzi a questa situazione, secondo Foucault si trattava di mostrare come a partire dal XIX secolo giudicare un crimine comportasse una valutazione della personalità del delinquente. [36:31-39:25] Gros analizza quindi due cambiamenti intercorsi nell’odierno discorso penale. Il primo concerne il rapporto tra le perizie psichiatriche e il giudizio prodotto su un crimine: il soggetto che viene condannato è sempre meno considerato in base a una psicopatologia della perversione che per mezzo di una psicanalisi d’impronta lacaniana in cui il soggetto è inteso come soggetto della legge e del simbolico. [39:26-44:50] Il secondo cambiamento riguarda il riconoscimento della vittima del crimine e della sua sofferenza unitamente a una nuova istanza di legittimazione che mira a ricomporre le identità rese fragili dal crimine. [44:51-48:15] Infine, Gros tocca la questione della guerra contemporanea dopo la fine della guerra fredda, quando la pace tra gli stati era mantenuta, in modo hobbesiano, grazie al timore della guerra. Grazie a Foucault è possibile riflettere sulla trasformazione dell’economia generale della violenza, la quale non è più leggibile oggi né attraverso la dialettica di pace e guerra né tramite una griglia di lettura incentrata sullo Stato. La scena della guerra contemporanea è attualmente segnata sempre più dall’importanza del doppio registro della sicurezza e della minaccia, dalla presenza di attori che esercitano una violenza che non ha più niente a che vedere con lo Stato, e dalle nuove immagini che rappresentano le vittime di guerra. [48:16-01:11:24] Discussione.


Parole chiave: obbedienza, disciplina (militare), confessione, psichiatria penale, crimine, guerra.


L’autorizzazione per l’embedded di questo video proviene dall’ENS Savoirs en multimédia, che ne detiene tutti i diritti e che ringraziamo dunque infinitamente. In particolare, l’intervento di Gros si può trovare qui.

 
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