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Intervista doppia "Tecniche del corpo e tecniche di sé"

© materiali foucaultiani


Risposte di:  Mariapaola FimianiJean-Marc Leveratto


1. Tanto le tecniche “disciplinari” che Michel Foucault ha studiato, per esempio, in Surveiller et punir, quanto le “tecniche del corpo”, di cui ha parlato Marcel Mauss, sembrano avere in comune il fatto di applicarsi su corpi individuali per creare delle disposizioni temporalmente durevoli, attraverso procedure specifiche di dressage. Tali tecniche, impiegate tramite una vasta gamma di schemi di ripetizione, appaiono rivestire un ruolo importante nella produzione/riproduzione delle relazioni di potere che permeano un determinato ordine sociale e culturale. Lei crede ci possa essere spazio per tentare un raffronto tra le tecniche disciplinari di Foucault e le tecniche del corpo di Mauss? Quali vantaggi potrebbero derivare da simile accostamento, e quali limiti (concettuali e metodologici) vanno comunque posti ad esso?

2a. È noto che, durante gli ultimi anni della propria vita, Foucault abbia cominciato a parlare di “tecniche” non più solo in relazione al corpo, ma anche a ciò che egli chiama “sé”. Come può essere concepito questo slittamento dalle tecniche disciplinari di dressage incentrate sul corpo alle tecniche di sé (che certo comprendono ancora il corpo, ma che forse non sono ad esso completamente riducibili)? In altri termini, crede che il concetto foucaultiano di “tecnica” applicato al corpo sia lo stesso di quello applicato al sé? E questa distinzione tra corpo e sé, e tra tecniche del corpo e tecniche di sé, può essere reperita – in qualche forma – anche nel pensiero di Mauss?

2b. Sia Foucault, soprattutto nel corso al Collège de France del 1982 (L’herméneutique du sujet), sia Mauss, più fugacemente, in Les techniques du corps, fanno riferimento alle tecniche stoiche per esemplificare ciò che hanno in mente. Solo che, in Mauss, esse sembrano essere tecniche del corpo, il cui scopo sarebbe quello di «faire adapter le corps à son usage», mentre in Foucault hanno già a che fare con la dimensione più “vasta” del sé. Dove si può rintracciare, secondo lei, la differenza tra Mauss e Foucault in questo comune riferimento agli stoici, e dove si situa la frontiera tra tecniche del corpo e tecniche di sé a tal proposito?

3. Quando Foucault ha cominciato a parlare di tecniche di sé, lo ha fatto al fine di sottolineare anche una possibile dimensione di rottura e di messa in discussione dell’ordine socio-culturale, attraverso l’introduzione di una possibile discontinuità negli schemi di ripetizione – una discontinuità concepibile di certo sotto diverse forme (etica, politica, estetica…). Foucault parrebbe dunque collocarsi in una prospettiva del tutto differente da quella di Mauss. Ci può dire se anche Mauss ha affrontato il problema della discontinuità e, se questo è il caso, che categorie ha utilizzato e che rapporto può essere stabilito tra tale problema e lo studio delle tecniche del corpo?

Ci viene in mente un passo delle conclusioni generali di Les techniques du corps:

«Dans toute société, tout le monde sait et doit savoir et apprendre ce qu’il doit dans toutes conditions. Naturellement la vie sociale n’est pas exempte de stupidité et d’anormalités. […] Mais exemple et ordre, voilà le principe. Il y a donc une forte cause sociologique à tous ces faits. […] D’autre part, puisque ce sont des mouvements du corps, tout suppose un énorme appareil biologique, physiologique. Quelle est l’épaisseur de la roue d’engrenage psychologique ? Je dis exprès roue d’engrenage. Un comtiste dirait qu’il n’y a pas d’intervalle entre le social et le biologique. Ce que je peux vous dire, c’est que je vois ici les faits psychologiques comme engrenage et que je ne les vois pas comme causes, sauf dans les moments de création ou de réforme. Les cas d’invention, de positions de principes sont rares. Les cas d’adaptation sont une chose psychologique individuelle. Mais généralement ils sont commandés par l’éducation, et au moins par les circonstances de la vie en commun, du contact».

4. Nella lezione del 17 marzo 1982 del corso L’herméneutique du sujet, Foucault accenna alla possibilità di utilizzare un approccio comparativo per lo studio delle tecniche di sé, suggerendo di esaminarne le rispettive evoluzioni e la loro diffusione (con particolare riferimento alle tecniche di sé praticate nella Grecia antica). Crede che questa suggestione cui Foucault si riferisce, proponendo la nozione di «etnologia dell’ascetica», sia compatibile in qualche modo con la prospettiva di Mauss? Quali sono, a suo avviso, i limiti della sua applicabilità? In altri termini, lei crede che le tecniche di sé possano essere oggetto di un’indagine etnografica?


Risposte di:  Mariapaola FimianiJean-Marc Leveratto


 

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